La lettera si apre con la firma
del giornalista Paolo Ermini, seguita da quelle della presidente
della Fondazione Industria e Cultura Patrizia Asproni e della
professoressa di Storia d'arte moderna all'università di Firenze
Novella Barbolani di Montauto. Tra i 49 ci sono numerosi docenti
e accademici, ma anche personalità che partecipano da sempre in
modo costante al dibattito cittadino tra cui il già assessore
Franco Camarlinghi, la giurista Ginevra Cerrina Feroni, il
professor Zeffiro Ciuffoletti, gli imprenditori Bona Frescobaldi
e Vittorio Frescobaldi, il magistrato Alessandro Crini, il
docente di Estetica Sergio Givone, l'architetto emerito degli
Uffizi Antonio Godoli, l'ex direttore degli Uffizi Antonio
Natali, la già soprintendente a Firenze Paola Grifoni, il
professor Adalberto Scarlino, il professor Ugo Barlozzetti e
altri ancora.
"Nella nostra città - scrivono - i viali alberati sono
comparsi solo con gli interventi ottocenteschi, ma al di fuori
di quello che era il perimetro delle mura medievali. Da questo
punto di vista stupisce l'approvazione del progetto da parte
della Soprintendenza". Inoltre "questa improvvida iniziativa -
criticano ancora - viene esplicitamente presentata come un
"elemento di lotta al cambiamento climatico" in un centro città
che si definisce "pietrificato", come fosse un difetto da
correggere. A questo scopo però gli aranci in via Cavour
darebbero un contributo solo di facciata. E viene da chiedersi
con quali altri interventi nel centro storico proseguirebbe la
realizzazione della "città green", provocazioni a parte".
"Chiediamo con forza - concludono la lettera - che la parte
relativa all'impianto degli aranci venga stralciata dal progetto
per via Cavour, magari destinando le piante a un quartiere
periferico della città dove costituirebbero un contributo a una
riqualificazione estetica e ambientale".
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