Perdono peso le ipotesi di un
guasto o di un incidente a bordo per quanto successo alla
petroliera Seajewel all'ancora da venerdì mattina (è arrivata
alle 6:54) nel campo boe Sarpom a pochi chilometri dalla costa
di Savona. La falla aperta sulla parte immersa dello scafo ha le
lamiere ritorte in dentro rispetto allo scafo, confermando che
l'agente deflagrante è stato posto all'esterno. Un'esplosione è
confermata anche dalla moria di pesci vicino allo scafo.
La procura di Savona ha aperto un'indagini conoscitiva e i
primi rilievi fatti dai carabinieri sommozzatori nella giornata
di ieri hanno confermato lo squarcio e la moria dei pesci
attorno allo scafo che confermerebbe l'esplosione avvertita tra
l'altro anche dal personale di bordo. Già da ieri è stata
informata la direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo
di Genova che oggi potrebbe aprire un fascicolo specifico.
La Seajewel, lunga 245 metri e larga 42, è stata costruita
nel 2009 e naviga attualmente sotto bandiera di Malta. E'
arrivata venerdì 14 febbraio dall'Algeria. In un articolo di
Euractiv la Seajewel è citata tra le navi che continuerebbero a
trasportare petrolio russo nell'Unione Europea nonostante le
sanzioni legate alla guerra in Ucraina.
Lo scorso dicembre la petroliera è partita dal porto di
Ceyhan (Turchia) raggiungendo il 24 dicembre 2024 quello di
Constanta, in Romania: secondo un'indagine di Ukrainska Pravda
in quell'occasione sarebbe stata vista scaricare. I porti della
Turchia, però, non hanno capacità di raffinazione, e l'Ufficio
europeo per la lotta antifrode sta attualmente conducendo
un'indagine proprio sulle consegne di petrolio russo attraverso
gli scali turchi, che farebbero quindi da "cavallo di Troia" per
l'ingresso in Ue. Anche i profili di RussianTankerTracker
(bot automatizzato di GreenPeace Uk) e RussianOilTracker hanno
più volte, dal 2022 ad oggi, documentato partenze della Seajewel
dal porto russo di Novorossiysk alla volta di scali turchi
oppure sconosciuti.
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