(dell'inviata Mauretta Capuano)
Parte con tutti i migliori auspici la
seconda edizione di 'Tempo di Libri', la fiera internazionale
dell'editoria di Milano, che si è aperta con una giornata
dedicata alla donna, nel giorno della sua festa. Lo spostamento
da Rho a Fieramilanocity e il cambiamento di date ha mostrato i
suoi effetti fin dal giorno dell'inaugurazione con taglio del
nastro in fucsia, fatto oggi da una bambina con dietro di lei il
sindaco di Milano Giuseppe Sala. Il Presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio con un telegramma
letto dal presidente dell'Associazione Italiana Editori, Ricardo
Franco Levi. "Osservo con piacere che manifestazioni sul libro,
sulla lettura, sulla cultura si stanno diffondendo in ogni parte
del Paese", ha sottolineato nel suo messaggio il Capo dello
Stato.
Affollate sale e padiglioni e numerosa la presenza delle
scuole e la partecipazione dei bambini ai laboratori, nonostante
lo sciopero dei trasporti che si è rivelato meno pesante di
quello che ci si aspettava per un'edizione, con la nuova
direzione di Andrea Kerbaker, creata come un arcipelago di isole
tematiche in 900 appuntamenti e 1.200 ospiti, fino al 12 marzo.
"Spero che quest'anno sia l'edizione, dopo quella
sperimentale dell'anno scorso, che consacrerà Milano al centro
dell'editoria e della lettura. Niente di personale con Torino,
dobbiamo trovare forme per collaborare" ha detto Sala.
Ma l'anomalia di avere due fiere dedicate al libro, il Salone
di Torino e 'Tempo di libri' resta ancora un tema caldo ed
eccesso di costi e operatività tornano alla ribalta.
"L'idea di avere due fiere dell'editoria non ha molto senso,
non lo ha anche guardando a quello che accade in tutto il mondo
dove si fa una sola fiera. Una fiera ha una sua specificità
e delle sue complessità, non è un Festival. Il fatturato delle
fiere non è mai compensativo dei costi, è comunque un
investimento" sottolinea l'amministratore delegato Mondadori
Libri Trade, Enrico Selva Codde'. Ma da Torino l'assessora alla
cultura Francesca Leon ricorda che "Qualsiasi dialogo deve
partire da questo assunto: il salone internazionale del libro è
Torino".
Nel giro tra gli stand si sente un po' la mancanza di alcuni
medi e piccoli editori, da Fazi a Sellerio, a e/o a Donzelli, ma
si trovano anche partecipazioni inaspettate come quella
dell'Arabia Saudita che nel 2016 doveva essere paese ospite del
Salone di Torino ma alla quale alla fine, tra infuocate
polemiche, venne dedicato un focus sulla letteratura araba.
"Il tema dei costi era presente anche l'anno scorso, ma c'era
probabilmente solo più incertezza riguardo al Salone di Torino"
spiega Selva Coddè. A Fieramilanocity c'è anche l'ex presidente
dell'Aie, Federico Motta, alla guida dell'Associazione Italiana
Editori nell'anno dello strappo tra le due fiere, che sorride,
non vuole parlare ma poi dice: "forse potevo insistere di più
con Torino. Gli eventi e situazioni come queste e come il salone
di Torino devono essere libere". Selva Coddè spiega che "il
progetto dell'Associazione Italiana Editori nasceva da uno stato
di difficoltà e di incertezza del Salone di Torino, ma
probabilmente tutto questo è stato anche ciò che ha aiutato
Torino a reagire e forse oggi sarebbe un filo più debole, non
più forte, se non fosse accaduto quello che è accaduto".
Quello di 'Tempo di Libri' è "stato presentato come un
progetto popolare" aggiunge poi e "se è vero il fatto che in
questa edizione ci siano pochi autori stranieri è probabilmente
legato alle uscite di libri che in maggio vedono più autori
internazionali". Anche se il super ospite atteso domani è John
Grisham con 'La grande truffa' (Mondadori) e poi, nel giorno
dedicato alla Ribellione arriva 'Storie della buonanotte per
bambine ribelli 2' di Elena Favilli e Francesca Cavallo e il
documentario omaggio a Gillo Dorfles.
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