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ANSA/ Bochner, Boetti, Fontana in mostra a Magazzino a NY

ANSA/ Bochner, Boetti, Fontana in mostra a Magazzino a NY

Artista concettuale Usa esplora i legami con l'Italia

NEW YORK, 01 ottobre 2020, 16:45

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Alessandra Baldini) Gli effetti dell'arte italiana contemporanea e del secondo dopoguerra in una prospettiva globale più ampia sono al centro di una mostra aperta da domani all'11 gennaio a Magazzino Italian Art, il museo no profit di Cold Springs nella valle dell'Hudson fondato dai mecenati Nancy Olnick e Giorgio Spanu per promuovere e sostenere artisti italiani dall'Arte Povera ai giorni nostri. "Bochner, Boetti, Fontana" indaga per la prima volta le analogie formali, concettuali e procedurali nelle opere di Mel Bochner, Alighiero Boetti e Lucio Fontana, alla luce dei movimenti artistici che si sono sviluppati parallelamente negli Stati Uniti e in Italia durante gli anni'60 e '70.
    "E' la prima volta che un artista americano è esposto nel nostro museo", ha detto Vittorio Calabrese, il direttore del museo. Curata dall'ottantenne Bochner in collaborazione con lo staff di Cold Springs, la mostra comprende dipinti, sculture e istallazioni tra cui opere provenienti dall'archivio personale dell'artista: un'occasione per considerare la vicinanza, tanto significativa quanto ignorata, dell'americano - uno degli esponenti di spicco dell'Arte Concettuale - con gli altri due artisti e con il panorama culturale di cui erano parte. Bochner, che ha trascorso buona parte della sua carriera in Italia (nel 1970 la Galleria Sperone a Torino gli dedicò una personale e Germano Celant lo incluse nella storica rassegna "Conceptual Art, Arte Povera, Land Art") fa da filtro in un'esplorazione di sistemi, linguaggi, materiali e un senso dell'ironia condivisi tracciando confronti fra movimenti artistici sulle due sponde dell'Atlantico tra cui Spazialismo e Arte Povera in Italia, e l'Arte Concettuale e la Process Art negli Stati Uniti.
    Tra le opere di Bochner in mostra, "Meditazione sul Teorema di Pitagora" (1977/1993), è una delle sculture a pavimento della serie "Luci di Fontana", realizzate con i frammenti scartati di vetri di Murano dallo studio di Fontana di Milano. "La lingua non è trasparente (Italiano/Inglese)" esprime l'importanza della parola scritta sia per Bochner che per Boetti, mentre "Yizkor (Per gli Ebrei di Roma)" del 1993 è costituita da una coperta dell'Esercito Usa e da fiammiferi consumati che richiama l'uso dei materiali "impoveriti" degli esponenti dell'Arte Povera.
    Di Boetti c'è "Alternandosi e dividendosi" del 1989, parte della serie di ricami "Arazzi" in cui griglie di singole lettere simili a mosaici si combinano in parole ed espressioni che lo spettatore deve decifrare, mentre "Concetto Spaziale, I Quanta" di Fontana (1960) accosta e dispone geometricamente nove quadri dipinti uniformemente di vernice rossa a base d'acqua, ognuna delle quali tagliata e perforata a suo modo: una costellazione di tele, la cui disposizione a Magazzino è stata curata da Bochner che ha scelto anche "Io sono un santo" del 1958, dove l'artista italo-argentino aggiunge a matita un "non" sulla scritta a inchiostro blu e, sul retro, "Io sono una carogna".
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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