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Bottarelli in mostra a Cubo, museo d'impresa del gruppo Unipol

Bottarelli in mostra a Cubo, museo d'impresa del gruppo Unipol

Un corpus di dipinti donati dall'artista emiliano

BOLOGNA, 12 giugno 2023, 12:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cubo, il museo d'impresa del Gruppo Unipol, presenta dal 13 giugno al 29 settembre la mostra di Maurizio Bottarelli 'Disperdere il limite': la rassegna, a cura di Pasquale Fameli, è allestita nelle due sedi di Porta Europa e Torre Unipol a Bologna e presenta un corpus di dipinti donati al patrimonio artistico del Gruppo dall'artista emiliano, definito dal critico e storico d'arte Francesco Arcangeli come "l'ultimo dei Naturalisti". Tutta la produzione di Bottarelli, caratterizzata dalla continua sperimentazione di materiali pittorici che formano paesaggi e atmosfere di forte intensità, scaturisce da una profonda riflessione sulla condizione umana, che si esplicita attraverso tre temi essenziali: la testa, il nudo e il paesaggio.
    Il percorso espositivo si apre in Porta Europa con la Testa del 1962, nella quale si possono leggere gli sviluppi della sua ricerca mostrando il primo piano di un soggetto deformato dal tormento esistenziale, in accordo con i temi e gli umori dell'Informale europeo, in particolare di Jean Dubuffet, di Jean Fautrier, o ancora del conterraneo Pirro Cuniberti. La testa è un modello che Bottarelli reitera nel tempo, come dimostrano anche le due Teste del 2012, realizzate a tecnica mista con carta catramata: sono immagini logore e corrose d'identità imprecisate. Il tormento affiora in opere come Nudo del 1964, sviluppo volutamente incompiuto di una figura aliena, nata dalla fecondazione del nucleo informale, corpo mostruoso ed elegante, modellato sotto l'influsso di Francis Bacon e di Graham Sutherland. Anche il tema del nudo permette a Bottarelli di affrontare la criticità della condizione esistenziale, distillata stavolta in un soggetto ambiguo, incapace di acquisire un'identità definita.
    La mostra passa quindi ad analizzare la fase più matura della sua ricerca, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80, in cui si assiste a un ritorno al paesaggio inteso sempre come metafora esistenziale e alla riapertura di uno spazio romantico, nel quale si avverte uno sguardo a William Turner e al naturalismo di Gustave Courbet. Il percorso si perfeziona in Porta Europa dove verrà esposto Senza titolo del 1972, scherzosamente battezzato da Arcangeli il "Nerone".
   

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