Si intitola 'No Master Territories:
Feminist Worldmaking and the Moving Image' (Territori senza
padrone: creare mondi femministi e immagini in movimento) la
rassegna della Fondazione In Between Art Film nella Videogallery
del Maxxi, in programma dal 21 novembre al 10 dicembre. La
rassegna, adattamento della mostra omonima allestita presso
l'Haus der Kulturen der Welt di Berlino nell'estate del 2022, è
dedicata ad artiste e registe che, tra gli anni Settanta e
Novanta, hanno creato nuovi linguaggi per rappresentare la
condizione femminile. Fondazione In Between Art Film ha invitato
le curatrici Erika Balsom e Hila Peleg a presentare tre
programmi di proiezioni, uno a settimana, che comprendono una
selezione di 19 film sperimentali, documentari e video
non-fiction, realizzati tra gli anni Settanta e Novanta, la
maggior parte dei quali mai visti in Italia, con nuovi linguaggi
per rappresentare l'esperienza di genere. La rassegna si
concentra sul periodo in cui i movimenti di liberazione delle
donne si sono affermati a livello internazionale e rende omaggio
all'importante lavoro realizzato in passato da artiste, registe,
collettivi di tutto il mondo per rispondere a urgenze ancora
oggi attuali. Tra queste: Helena Amiradzibi, Essie Coffey, Gardi
Deppe e Barbara Kasper, Brigitte Krause, Ingrid Oppermann,
Tamara Wyss, Sara Gomez, Grupo Chaski, Krystyna Gryczelowska,
Gwendolyn, Han Ok-hee. E, ancora, Haneda Sumiko, Nikolai
Khodataev e Olga Khodotayeva; Sandra Lahire, Robin Laurie e
Margot Nash; Nalini Malani, Cecilia Mangini, Barbara McCullough,
Helke Misselwitz, Tracey Moffat, Gunvor Nelson, Dorothy Wiley e
Chick Strand.
Molte delle opere di queste artiste sono state concepite in
stretta relazione con l'attivismo femminista; altre esistono
indipendentemente da qualsiasi schieramento; altre ancora
esprimono istanze femministe anche se le loro autrici non si
sono mai dichiarate tali. Il titolo della rassegna richiama il
libro della regista e intellettuale vietnamita Trinh T. Minh-ha,
'When the Moon Waxes Red: Representation, Gender and Cultural
Politics' del 1991, che esprime la necessità di ripensare il
mondo in modo coraggioso.
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