(di Mauretta Capuano)
Rivendica la figura
dell'"editore-soggetto" che "non solo è indipendente
economicamente dai grandi gruppi editoriali, ma che sceglie i
libri che gli piacciono, seguendo i propri gusti" e attacca il
marketing e la vita sempre più breve dei titoli in libreria
Sandro Ferri, l'editore delle Edizioni E/O, la casa editrice
della misteriosa Elena Ferrante. Ma riconosce che grazie ai
social i libri oggi possono avere una seconda vita. "Ci sono
successi come quello di Madeline Miller con 'La canzone di
Achille' (Marsilio) che se non fosse stato per i social non
sarebbe venuto fuori. E anche quello della nostra serie
fantastica 'L'Attraversaspecchi' della scrittrice francese
Christelle Dabos che i social hanno fatto diventare un
bestseller senza che l'autrice sia mai venuta in Italia e senza
che la casa editrice abbia mai fatto pubblicità. Il futuro in
parte sarà questo, però va combinato con il fatto di andare in
libreria. Vanno benissimo i social, veloci, rapidi, però poi
devi frequentare le librerie" dice all'ANSA Sandro Ferri nella
sede romana della sua casa editrice.
La storia dell sua piccola-grande impresa editoriale, che ha
creato nel 1979 insieme alla moglie Sandra Ozzola, la racconta
nel libro 'L'editore presuntuoso' (E/O)che è anche una storia
dell'editoria libraria degli ultimi 40 anni è sarà presentato
il 10 febbraio alle 18.00 alla Feltrinelli di Galleria Alberto
Sordi di Roma.
"Il giorno in cui non ci fossero più le librerie fisiche per me
sarebbe finita la letteratura. I libri hanno bisogno di uno
spazio fisico, di incontro e scambio. Le librerie fisiche stanno
reggendo, in controtendenza. Tanti amici librai mi dicono che i
ragazzi in libreria ci vanno, anche grazie all'App18, il bonus
cultura per i giovani, e comprano soprattutto manga" racconta
Ferri.
L'editore-soggetto non ha una vita facile, "ha una visibilità
molto ridotta per vari motivi, oggi è in grande difficoltà ma è
ancora molto vitale e necessario. Gli editori indipendenti alla
fiera Più libri più liberi erano 400, non è che non esistano.
Rischiano e pubblicano i libri che scelgono in base ai loro
progetti e gusti. E spesso quando uno dei libri che hanno scelto
diventa un successo arrivano i grossi editori e gli agenti
letterari che non sempre li iaiutano perchè subentra la
centralità del guadagno e profitto. Non dico che un'impresa
editoriale non debba guardare al profitto, però non può essere
dominante" spiega Ferri, conosciuto per il suo stile diretto e
franco.
Ma perchè oggi è più difficile? "Perchè certe forze in campo
pesano di più. Il marketing, l'investimento che puoi fare per
lanciare un libro, pesa molto. Più che alla qualità si guarda
all'investimento che puoi fare per promuoverlo. Prima non erano
così forti queste dinamiche. Un tempo le cose erano più lente,
in libreria i titoli vivevano più a lungo. Il libraio non li
rendeva subito, oggi per legittime esigenze di tipo economico
dopo due, tre mesi li rende" sottolinea. E le vendite online?
"L'e-commerce consente a 2 milioni di titoli, su Amazon sono più
o meno questi, di essere accessibili. Sembra un vantaggio, ma in
realtà devi sapere cosa cerchi se no non li trovi i libri. Come
fai a scovare il romanzo di un esordiente se non lo sai già su
Amazon?" dice l'editore di E/O che tra i prossimi titoli
scommette sull'esordio della romana Alice Bignardi con 'La buona
educazione'. "Comunque l'e-commerce può essere fatto in modo
diverso, più da librai rispetto a quello di Amazon che porta
dritto alla cancellazione delle librerie".
Ferri e Ozzola hanno iniziato la loro avventura editoriale "un
po' per gioco" proponendo libri dell'Europa dell'Est. Ci hanno
fatto scoprire nel 1984 titoli come 'Cassandra' di Christa Wolf
e poi 'Ho servito il re d'Inghilterra' di Bohumil Hrabal, uscito
nella collana praghese diretta da Milan Kundera che ancora non
era esploso come autore de 'L'insostenibile leggerezza
dell'essere'. "Libri che hanno trovato un loro sbocco e abbiamo
capito che bisognava tenere duro. Con Kundera abbiamo lavorato
per due anni, all'epoca abitava a Parigi, era molto divertente"
ricorda Ferri. E aggiunge: "i veri grossi successi sono arrivati
dal 2000, dopo 20 anni che esistevamo con 'Amabili resti' di
Alice Sebold , 'L'eleganza del riccio' di Muriel Barbery, con
Elena Ferrante e l'ultima è Valerie Perrin della quale abbiamo
preso 'Cambiare l'acqua ai fiori' quando non era ancora un
grande successo in Francia. Lo abbiamo preso perchè ci piaceva"
torna a dire Ferri che cita come grande esempio di
editore-soggetto Roberto Calasso della Adelphi.
E della resilienza e successo dei libri in pandemia cosa pensa?
"In realtà l'aumento delle vendite è dovuto al fatto che la
gente che già leggeva ha letto 10 minuti in più al giorno. Di
pubblico veramente nuovo ci sono i giovani con la App18 che
hanno portato al boom del fumetto". L'auspicio di Ferri è il
traguardo più difficile: "allargare la base dei lettori in Itali
e non si riesce perchè è un problema di formazione, di scuola.
Verrà un po' di pubblico dagli audiolibri che continuano a
crescere. Ma quanto potrà essere? Spero ci siano politiche per
la lettura efficaci" dice Ferri.
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