SILVIA GRASSI E ROBERTO IADICICCO,
"COMUNICATORE A CHI?" (GUIDA EDITORI). In Italia i giornalisti
sono arrivati quasi a 110.000, cui si sommano gli oltre 21.000,
tra comunicatori e addetti stampa in imprese, associazioni, enti
pubblici. I social media manager si stanno ora associando per il
riconoscimento di questa nuova professione, già molto diffusa,
così come gli influencer che chiedono di essere tutelati e
riconosciuti come comunicatori digitali. Il numero dei
"comunicatori" è in costante aumento e dall'antica Grecia ad
oggi, è una professione che si è sempre evoluta e mai estinta.
Ma cosa distingue i "comunicatori" tra di loro? A queste
domande cerca di rispondere 'Comunicatore a chi?, il saggio dei
giornalisti Silvia Grassi e Roberto Iadicicco, con la prefazione
di Giovanni Grasso, pubblicato da Guida.
Esiste ancora il discrimine tra chi fa comunicazione e chi
informazione?
Oppure, come aveva già profetizzato nel '68 un'artista
visionario come Andy Warhol, "nel futuro ognuno sarà famoso per
15 minuti" e nell'era dei social a decretare il successo sono
più i numeri che i contenuti? Silvia Grassi, direttore ufficio
stampa Csm e consulente per la comunicazione del Consiglio di
Stato e dei Tar e Roberto Iadicicco, medico chirurgo, Head of
Health Communication & Promotion di Eni e Head of External
Communication di Eni Foundation, esplorano questo terreno con il
contributo di chi ha fatto della comunicazione una professione.
Tra gli "indispensabili contenuti forniti" gli autori
ringraziano Simona Agnes, Claudio Baglioni, Carlo Bartoli,
Novella Calligaris, Gianni Canova, Piero Chiambretti, Andrea
Delogu, Nino Di Matteo, Romana Liuzzo, Alessandro Paolucci (in
arte @Dio), Filippo Patroni Griffi , Lorenza Pigozzi, Fabrizio
Pregliasco, Andrea Purgatori e Monica Setta.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA