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Maylis De Kerangal, viviamo nella risacca infinita delle guerre

Maylis De Kerangal, viviamo nella risacca infinita delle guerre

La scrittrice francese a Libri Come con il nuovo romanzo

ROMA, 23 marzo 2025, 18:37

Redazione ANSA

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(di Mauretta Capuano) Torna al luogo della sua giovinezza, Le Havre, la città francese dove ha vissuto fino a 18 anni, Maylis de Kerangal, nel suo nuovo romanzo 'Giorno di risacca' (Feltrinelli) con cui è stata ospite di Libri Come, la festa del Libro e della Lettura a Roma. Un libro, in cui per la prima volta usa la prima persona, che si apre come un noir. Con un cadavere trovato in spiaggia, ai piedi di una diga e in tasca un biglietto con il numero di una donna parigina che per tutta la storia resterà senza nome.
    "Utilizzo all'inizio i codici narrativi della letteratura noir perché Le Havre come spazio si sposa bene con questo genere: è una città particolare, operaia, con un clima strano, tra l'ombra e la luce. Il noir, poi, permette di dare una visione più generale, meno legata alla trama" dice all'ANSA De Kerangal, considerata una delle più importanti scrittrici francesi contemporanee. "Volevo scrivere un romanzo, non un libro di ricordi e la letteratura noir si adatta bene a questo mio desiderio" aggiunge. La risacca del titolo è quella della protagonista ma anche delle guerre. "Le Havre è stata la città maggiormente distrutta della Francia in due giorni, tra il 5-6 settembre del 1944. Mentre scrivevo questo romanzo nelle mie orecchie riecheggiava quello che stava accadendo in Ucraina e a Gaza. Mi sono trovata a scrivere della contemporaneità partendo dal ricordo, dal passato. Pensavo di scrivere della mia infanzia, di un'inchiesta, di un cadavere trovato su una spiaggia, che era al contempo la metafora di una città distrutta dalla guerra, impossibile da riconoscere come quel corpo senza vita e improvvisamente mi sono trovata nel presente. Viviamo nella risacca infinita e permanente di queste guerre" sottolinea l'autrice di 'Riparare i viventi'. "Viviamo un periodo inquietante perché nuovamente c'è la pressione della guerra in Europa. La guerra è nuovamente in questione. Si parla degli armamenti, dei problemi finanziari per supportarli. Quello che è cambiato ultimamente sono le alleanze e l'Europa deve cominciare a svegliarsi, a interrogarsi un po' su quello che sta accadendo.
    Ho l'impressione che ci sia una deriva generalizzata. C'è come un precipitarsi delle cose che interrompe il tempo della memoria che dovrebbe essere lungo. La legge del più forte viene preferita allo stato di diritto e questo porta attacchi continui alla democrazia" sostiene.
    Anche i ricordi della protagonista del libro, che fa la doppiatrice per il cinema, sono come la risacca. "Volevo che i ricordi riemergessero con una certa violenza, come il movimento del mare che si infrange sulle rocce e che anche la città diventasse un luogo della memoria con anche il ricordo del primo amore che torna in modo piuttosto violento" racconta la scrittrice. La doppiatrice sarebbe potuta tornare a Parigi, ma si trattiene a Le Havre, va in spiaggia, al cinema, si imbatte in fantasmi come Virginia Woolf o Modiano, ricorda quello che è stato il suo trauma personale. "È un romanzo in cui il doppio è importante. La doppiatrice mi ha permesso di inserire in un libro scritto in prima persona la voce di qualcun altro. Questo è un romanzo che usa molti altri racconti, quello di chi ha vissuto il bombardamento di Le Havre, quello delle ragazze ucraine, del lavoratore che la protagonista incontra sulla spiaggia, del medico legale. Volevo evitare che fosse troppo basato sull'introspezione, che ci fosse alterità. Come una doppiatrice al cinema mette la sua voce sull'immagine io cercavo la mia voce in figure e personaggi di fiction. È quasi lo stesso mestiere: la protagonista mette la voce nel corpo degli attori e l'autrice del libro mette la sua voce nel corpo dei personaggi" spiega la scrittrice.
   

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