TONI NEGRI, "QUANTO A ME, CONTINUO
A CERCARE" (Castelvecchi; 129 pagg.; euro 17,50). Da giovane era
stato militante dell'Azione cattolica ma poi l'esperienza
religiosa per lui si era conclusa lì. Invece, dopo una lunga e
controversa parabola di vita, in qualche modo la religione torna
a incrociare la sua esistenza. Inaspettatamente, a maggior
ragione visto la persona e la sua storia: Antonio Negri detto
Toni.
Al filosofo, politico, saggista, attivista, quando nel 1997
rientrò in Italia e venne rinchiuso nel carcere di Rebibbia, a
Roma, fece visita più volte una donna minuta e determinata come
solo i calabresi sanno essere, suor Teresilla Barillà. Con lei,
Negri si confrontò su vari argomenti: politica, detenzione,
religione senza infingimenti né tentativi l'una di convincere
l'altro o viceversa. Suor Teresilla coinvolse Negri nel lavoro a
favore dei detenuti comuni e poi lo invitò a scrivere articoli,
pillole di saggistica, proprio su questi impegnativi temi.
Articoli che furono poi pubblicati in "Riparazione Mariana",
trimestrale delle Serve di Maria Riparatrici, lo stesso ordine
della suora.
Il filosofo dal 1997 al 2007 scrisse 26 articoli a sua firma,
sono quelli che oggi - per la prima volta - Castelvecchi
pubblica in un libro dal titolo ripreso da una frase proprio di
uno di quegli scritti, "Quanto a me, continuo a cercare",
ammissione della ricerca di un senso, oltre che di un dio, una
entità.
Suor Teresilla (1943-2005) non era soltanto una persona
determinata: un altro noto militante di sinistra, Franco
Piperno, la definì "straordinaria. Calabrese, piccola, decisa,
con occhi come castagne, come dico io, buona e brusca,
energica".
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