Paolo Petroni
GEORGES SIMENON, ''UNA FRANCIA
SCONOSCIUTA'' (ADELPHI, pp. 188 - 16,00 EURO - TRADUZIONE DI
MARIA LAURA VANORIO) - Georges Simenon è arrivato a Parigi
ventenne nel 1924 e passa il tempo scrivendo furiosamente per
imparare il mestiere, pubblicando racconti di ogni genere con
una ventina di pseudonimi, Eentra così in contatto con la vita
intellettuale e mondana della Rive Gauche, di Montparnasse con
gli artisti, della Rive Droite degli scrittori e in particolare,
ricorda Ena Marchi in una nota a questo libro, del Theatre des
Champs-Elisées, dove si innamora della bellissima e provocante
Joséphine Baker che pare avrebbe voluto sposare, ma col timore
di finire per essere poi chiamato il Signor Baker, così che
decide di fuggire da Parigi e dalla sua vita impegnativa.
E' allora che il futuro padre del Commissario Maigret sposa
Régine Renchon, detta Tigy, e compra la Ginette, ''Una barchetta
di quattro metri di lunghezza, un metro e sessanta di larghezza,
cinquanta centimetri di profondità'', che sui documenti risulta
di una stazza netta di 0,80 tonnellate e vi si imbarca con la
giovane moglie, la cameriera Boule (che diverrà presto sua
amante) e il grande cane danese Olaf, partendo per un viaggio di
sei mesi attraverso i fiumi e i canali della Francia. Un
percorso di cui scrive poi il resoconto in cinque parti e che
rifarà via terra con Hans Oplatka, fotografo incaricato tre anni
dopo di creare le immagini per illustrare questi suoi articoli e
che scatta le belle foto in B/N che ora compaiono nelle oltre 60
pagine dell'Album che chiude il volume.
Chi va al mare o chi pesca la domenica sulla riva di un fiume,
sottolinea Simenon, non sa, per esempio, a cosa servano le
chiuse, come scale per salire o scendere da un rilievo, e
''perché sulla Senna ci sono rimorchiatori e invece nei canali
non ce ne sono'', senza parlare del gergo dei battellieri, dei
segnali col fischietto, e della vita quotidiana nei luoghi in
cui tocca fermarsi, aspettare il turno, passando dalla Marna al
Rodano e così via, di canale in canale, di chiusa in chiusa. Lo
scrittore, che sta pubblicando romanzi uno dietro l'altro, si
sente forte di una serie di documenti, compreso ''il più bello
di tutti'', l'Autorizzazione doganale in cui si legge ''Io
sottoscritto, Presidente della repubblica Francese, ordino a
tutte le autorità di lasciar passare, di aiutare ecc.
l'imbarcazione Ginette''.
Di questa avventura alla scoperta di una Francia meno nota ''che
è forse la più bella, la più varia, la più ricca'', è
orgoglioso, alla guida del suo motore da tre cavalli e con un
tendalino ''a chiusura quasi ermetica'' sotto cui naturalmente
scrivere, proteggendosi dalla tenacia delle zanzare con sulla
testa ''una pezza di garza e fumando la pipa a più non posso,
tanto che un giorno mandai tutto a fuoco''. Insomma, vivere e
dormire, mentre Boule e il cane dormono su una tenda montata
accanto, sulla riva, e spesso si mangiano scatolette, ma capita
di essere inviatati in qualche casa sulla riva a mangiare
capretto. Allo stesso modo bisogna procurarsi l'acqua potabile,
ma poi si gioca a bocce con gli abitanti dei paesi attraversati.
Un andare senza fretta, vivendo i posti in cui si passa, tra
luoghi ridenti e momenti di tensione, come il navigare in uno
stretto tunnel senza luci lungo nove chilometri, nelle giornate
di sole ma anche in quelle di gran pioggia, in un mondo di
chiatte trainate da cavalli che salgono e scendono i canali,
giganti lenti strapieni di materiali ferro, carbone o altri
materiali. Tutto sempre con una gran carica vitale e curiosità,
tanto da concludere consigliando ''questo tipo di viaggio a chi
non ha uno yacht nel Mediterraneo e non è abituato a frequentare
alberghi di lusso'' ma vuole conosce il suo paese, acquistando,
cosa utilissima per uno scrittore come Simenon, un bagaglio di
esperienze e conoscenze di persone di ogni tipo, vera miniera di
storie.
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