"Quando sono sul palco solo la
musica conta, tutto il resto è rumore". Il viso giovane,
circondato da una folta chioma nerissima, trasmette tutto
l'entusiasmo di chi è riuscito a realizzare i suoi sogni
nonostante le difficoltà: Rafael Payare, direttore d'orchestra
venezuelano, si racconta all'ANSA a poche ore dal debutto romano
(e italiano) del 3 novembre, quando sarà sul podio
dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia in un
concerto (con repliche il 4 e il 5) dedicato alla musica
dell'Ottocento. "Sono eccitato e onorato di essere qui", dice il
direttore, formatosi come cornista e 'figlio' talentuoso de El
Sistema, il rivoluzionario metodo educativo che José Antonio
Abreu ha avviato ormai 40 anni fa in Venezuela per insegnare la
musica ai giovani e strapparli così al degrado della strada.
Payare presenterà al pubblico romano un programma di non facile
esecuzione, che impagina L'isle joyeuse di Debussy, il Concerto
per violoncello n.2 di Saint-Saëns e la Sinfonia Fantastica di
Berlioz.
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