"Donde hay música no puede haber cosa mala" (Dove c'è musica non ci può essere alcun male): con queste parole che rispecchiano il valore della musica, tratte dal Don Chisciotte, Ravenna Festival annuncia la XXXVI edizione al via il 31 maggio al Pala De Andrè con un concerto dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta dal suo fondatore Riccardo Muti con la partecipazione, come solista, del violinista Giuseppe Gibboni, il giovanissimo vincitore del Premio Paganini 2021 (Beethoven e Mozart gli autori in programma).
Oltre cento alzate di sipario e più di mille artisti coinvolti fino al 13 luglio, con la chiusura affidata al gala di danza Les étoiles pour homme. Oltre a dirigere la Cherubini in un secondo concerto a luglio, Muti guiderà cori provenienti da tutt'Italia in una due giorni di lezioni e prove su pagine verdiane per la rassegna Cantare amantis est (1 e 2 giugno). Fra i tanti ospiti, spiccano i nomi di Zubin Mehta e Daniel Harding alla guida, rispettivamente, delle orchestre del Maggio Musicale Fiorentino e dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia delle quali sono i direttori principali.
La manifestazione, presentata dal sovrintendente Antonio De Rosa e dai direttori artistici Franco Masotti e Angelo Nicastro, si arricchirà, come di consueto, con la Trilogia d'Autunno interamente dedicata alla figura di Georg Friedrich Händel con le opere Orlando e Alcina (regia di Pier Luigi Pizzi e direzione di Ottavio Dantone con l'Accademia Bizantina) e l'oratorio il Messiah in calendario dal 12 al 16 novembre. Accademia Bizantina e Alessandro Tampieri dedicheranno anche una serata al veneziano Antonio Vivaldi.
"La citazione scelta come titolo di quest'edizione - è stato detto - rispecchia lo spirito di Ravenna Festival, che da sempre trova nella musica e nelle arti performative uno spazio di confronto e dialogo, ma offre anche l'occasione per riflettere sul coraggio, dalla tradizione epica al cavaliere errante di Cervantes, fino all'eroismo dei giorni nostri". E dunque, accanto al Don Chisciotte ad ardere di Albe/Ravenna Teatro e a Orlando e Alcina di Händel, il Bhagavadgita riletto dal Grande Teatro di Lido Adriano, lo spettacolo di Marco Baliani Del coraggio silenzioso e Lisistrata di Marco Martinelli in arrivo da Pompei sono spunti di riflessione sul tema, mentre fra aprile e maggio quattro concerti di artisti della diaspora palestinese incrociano le rotte del Festival delle Culture. Il programma estivo include poi le dediche di Uri Caine all'attivista afroamericano Octavius Catto, di Cat Power a Bob Dylan, di Aterballetto a Ennio Morricone, una serata Pink Floyd e i tributi al coreografo "ravennate" Micha van Hoecke e al jazzista Joe Zawinul, il duo formato da Enrico Rava e da Stefano Bollani, il compositore tedesco Heiner Goebbels, ma anche Malika Ayane assieme all'orchestra La Corelli e il classico/contemporaneo Max Richter.
Nell'Anno giubilare, le basiliche cittadine ospiteranno gli omaggi a Giovanni Pierluigi da Palestrina (a 500 anni dalla nascita) dei Tallis Scholars e degli Odhecaton, mentre nella Fattoria Guiccioli (appena restaurata), dove spirò l'eroina del Risorgimento Anita Garibaldi, sarà presentata la nuova opera del compositore romagnolo Gilberto Cappelli a lei dedicata. Il Festival ritorna anche nei luoghi decentrati di Cervia-Milano Marittima con la rassegna Il Trebbo in musica, al Pavaglione di Lugo e a Palazzo S. Giacomo a Russi.
Inoltre, dal 10 maggio al 2 giugno, ci sarà la rassegna ecosostenibile Romagna in fiore che porta concerti pomeridiani nei territori colpiti dalle alluvioni. E la recente "Chiamata alle arti", il progetto ideato da Cristina Mazzavillani Muti dedicato ai giovani artisti
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