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Rivoluzione francese de l'Andrea Chénier debutta al Carlo Felice

Rivoluzione francese de l'Andrea Chénier debutta al Carlo Felice

Meritati applausi per il capolavoro di Umberto Giordano

GENOVA, 07 febbraio 2025, 10:10

Redazione ANSA

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Assente dalle scene genovesi dal 2009, ha debuttato al Teatro Carlo Felice Andrea Chénier, il capolavoro di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica.
    L'opera è stata presentata in un allestimento del Teatro di Bologna e dell'Opera Garnier di Montecarlo, con la regia di Pier Francesco Maestrini, le scene di Nicolas Boni e la direzione musicale di Donato Renzetti.
    L'opera è incentrata sulla rivoluzione francese, protagonista un poeta realmente esistito, che condivise gli ideali di libertà ma non gli eccessi del Terrore e finì ghigliottinato a 32 anni.
    Illica crea un affresco straordinario giocando, sul contrasto fra nobiltà e popolo, sui sentimenti individuali, qualche taglio qua e là - soprattutto nei due quadri centrali - avrebbero giovato alla resa drammaturgico-musicale.
    Estremamente interessante, tuttavia, la partitura di Giordano che, a parte alcune romanze giustamente famose (Un dì all'azzurro spazio, Nemico della Patria, Son sessant'anni, Come un bel dì di maggio), governa le pagine solistiche e gli ampi interventi corali con maestria e soluzioni pregevoli. Lo spettacolo ha ottenuto meritati applausi.
    Bello l'impianto visivo: la cornice spezzata che avvolge nel primo atto la festa nel palazzo nobile fra gavotte e minuetti fa presagire la rivoluzione e le fiamme che distruggono l'elegante fondale danno il via al ribaltamento sociale e al Terrore. Il regista Maestrini ha lavorato con attenzione nei movimenti scenici e ha chiuso ogni quadro con tableaux vivants di forte impatto visivo.
    Sul podio dei complessi stabili Donato Renzetti ha offerto una lettura incisiva, dando ampio respiro agli slanci lirici di Giordano, ma accentuando anche con efficacia drammatica i momenti più drammatici dell'azione, in particolare il terzo quadro ambientato nel tribunale del popolo. Ineccepibile il cast. Fabio Sartori, al suo debutto nel ruolo di Chénier, ha esibito la consueta, ammirevole generosità vocale ben meritando l'ovazione che il pubblico genovese gli ha tributato dopo 'Un dì all'azzurro spazio'. Amartuvshin Enkhbat è stato un magnifico Gerard, un personaggio complesso che subisce nel corso dell'opera una profonda trasformazione, resa con abilità vocale e attoriale dall'artista. Maria Josè Siri ha restituito con gusto la parte di Maddalena, Cristina Melis è stata una irreprensibile Bersi, Manuela Custer ha tratteggiato con intensità drammatica la figura di Madelon. Bene il coro, l'orchestra e gli interventi danzanti a cura del Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo 'For Dance' ETS. Prima replica domenica alle 15.
   

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