"Con la gestione dei beni
confiscati non si scherza. Il sistema di affidamento nel
territorio è sbagliato e non è un caso se da tempo chiediamo al
sindaco, Roberto Lagalla, l'avvio di progetti sperimentali, in
cui l'oggetto primario dell'affidamento sia il servizio e, solo
di conseguenza, il bene". A dirlo è il presidente di
Confcooperative Palermo, Cesare Arangio, fortemente critico
sulle scelte operate dall'amministrazione per la stesura e poi
la pubblicazione del bando, in scadenza a fine mese, per
l'affidamento di 53 immobili e 38 terreni confiscati alla
criminalità organizzata . Confcooperative ha più volte
sollecitato il primo cittadino ad un cambio di passo. La
richiesta era e continua ad essere quella dell'avvio di progetti
che mettano al centro la funzione, non il mero bene, partendo
dalle reali necessità del territorio. "Non entriamo nel merito
della querelle politica che si è sviluppata intorno
all'attivazione di uno sportello gratuito di consulenza dedicato
proprio al bando per l'affidamento dei ben confiscati -
chiarisce Arangio - ma di certo notiamo con rammarico che non è
mai stata avviata la richiesta concertazione con le parti
sociali che, a differenza dei privati-giova ricordarlo- sono
reali portatori di interesse collettivo". "Auspichiamo -
conclude Arangio - un radicale cambio di paradigma, che miri a
rispondere concretamente ai bisogni della città. Torniamo a
manifestare, in ogni caso, la nostra piena disponibilità ad un
confronto costruttivo".
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