Sono molto ridimensionate le attività
tradizionali, con le costruzioni che hanno perso quasi 40mila
imprese under 35 (-38,7%), mentre il commercio ne ha viste
sparire oltre 66mila (-36,2%). Pesante anche il calo registrato
dalle attività manifatturiere, dove in dieci anni sono venute
meno oltre 14mila imprese (-35,9%). Il mondo artigiano, nel
decennio, ha perso oltre 47mila imprese giovanili (-28,1%),
mentre l'imprenditoria femminile under 35 ha visto una
contrazione di oltre 43mila unità (-24,5%) e le imprese guidate
da giovani stranieri sono diminuite di quasi 35mila unità
(-27,4%).
Dal punto di vista territoriale, l'arretramento
dell'imprenditoria giovanile mostra differenze tra le diverse
aree del Paese. La Lombardia resta la regione con il maggior
numero assoluto di imprese under 35 (oltre 74mila), ma ha
registrato nel decennio una contrazione del 15,1%. La Campania,
seconda per presenza di imprese giovanili (oltre 61mila), ha
subito perdite del 23,8%.
Più marcato il calo nelle regioni del Centro, con le Marche
che hanno perso il 36,7% delle imprese di giovani, l'Umbria
(-32%) e la Toscana (-31,1%). Nel Mezzogiorno, dove
tradizionalmente è più elevata l'incidenza di imprese giovanili
sul totale delle imprese, le flessioni più consistenti si sono
registrate in Molise (-35,6%), Abruzzo (-35,2%) e Calabria
(-34,4%). Più contenute invece le perdite in Sicilia (-32,9%) e
Puglia (-28,6%), che mantengono una significativa presenza di
imprenditoria giovanile con rispettivamente quasi 43mila e
34mila imprese under 35.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA