Un mercato del lavoro "in evoluzione,
in cui le professioni tradizionali si stanno adattando alle
nuove esigenze legate alla sostenibilità e alla
digitalizzazione. Questo processo di transizione sta generando
nuove opportunità lavorative anche per chi proviene da contesti
meno specializzati". E' quanto sottolinea la presidente e ad di
Sviluppo lavoro Italia, Paola Nicastro, in occasione della
pubblicazione del rapporto "La domanda di lavoro per bacino di
competenza dei Centri per l'impiego" realizzato dal Servizio
statistico della società, con un approfondimento su green e
digitale.
Il rapporto, evidenzia, "ha un duplice obiettivo:
identificare con precisione le professioni green e digitali,
utilizzando le classificazioni ufficiali nazionali ed europee, e
stimare il grado di vocazione di ciascuna professione, valutando
la loro integrazione nelle dimensioni della sostenibilità e
della tecnologia. Grazie alla metodologia adottata, è stato
possibile individuare 73 professioni green e 149 professioni
digitali, suddivise in quattro livelli di vocazione: alta,
medio-alta, medio-bassa e bassa".
L'indagine mette in luce le differenze territoriali nella
domanda di lavoro green e digitale in Italia. I green jobs si
concentrano prevalentemente nelle aree rurali e agricole del Sud
e delle Isole. Ad esempio, emerge che la preponderanza di
professionalità green legate ad attività agricole fa sì che la
domanda sia particolarmente sostenuta in alcuni bacini di
competenza territoriale dei Cpi quali quelli di Rutigliano
(Bari, 80,7%) e di Policoro (Matera, 78,7%). D'altra parte, i
digital jobs risultano più diffusi nelle aree urbane e
industrializzate. Il rapporto evidenzia come nei mercati del
lavoro di riferimento dei Centri per l'impiego di Patti
(Messina) e nord Milano Cinisello Balsamo, le assunzioni per
professioni digitali rappresentino rispettivamente il 49,5% e il
31,1% del totale.
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