A illustrare le decisioni
dell'azienda, nel corso di una riunione in videoconferenza, è
stato il responsabile delle Risorse Umane Claudio Picucci. Per i
sindacati nazionali eranno presenti Valerio D'Alò della Fim
Cisl, Loris Scarpa della Fiom Cgil, Guglielmo Gambardella della
Uilm e Francesco Rizzo dell'Usb.
L'Afo1 è stato sottoposto a sequestro probatorio senza
facoltà d'uso nell'ambito dell'inchiesta condotta dal pm
Francesco Ciardo che ha iscritto nel registro degli indagati il
direttore generale Maurizio Saitta, il direttore dello
stabilimento, Benedetto Valli, e il direttore dell'area
altiforni, Arcangelo De Biasi. I reati ipotizzati sono omissione
dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e getto pericoloso di
cose. A uno degli indagati è contestata anche la mancata
comunicazione in base alla legge Seveso sull'incidente
rilevante.
La procura ha poi dato il via libera ad alcune attività di
manutenzione e messa in sicurezza ma secondo l'azienda "non sono
state autorizzate nei tempi utili, rendendo ora non più
applicabili le procedure standard di esecuzione". Stando a
quanto evidenziato l'azienda, "nel momento in cui dovessero
essere autorizzate, oggi, dopo oltre 120 ore dall'evento, non è
più possibile procedere con il colaggio dei fusi, con la
conseguenza che, in caso di riavvio, si dovranno adottare
procedure straordinarie, complesse e con esiti assolutamente
incerti". E "questo blocco potrebbe aver compromesso la
possibilità di rispettare il cronoprogramma industriale"
Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo
Urso, è intervenuto ieri osservando che "più che le trattative
in corso l'incidente può compromettere la ripresa degli
stabilimenti e l'occupazione. Verosimilmente l'impianto è del
tutto compromesso".
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