Spiare giornalisti ed attivisti non è "etico" e Paragon Solutions - l'azienda che produce lo spyware Graphite - ha rescisso il contratto con il governo italiano.
Nonostante ieri Palazzo Chigi avesse smentito di aver messo sotto controllo giornalisti. A riportare la notizia è il Guardian. L'opposizione attacca: l'esecutivo "deve spiegare". E l'Ue accende un faro sulla vicenda, definendo "inaccettabile qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici". Intanto, uno degli hackerati, Luca Casarini, tra i fondatori di Mediterranea saving humans, annuncia un esposto alla magistratura.
Paragon Solutions, recentemente acquisita da un fondo Usa, è stata fondata da imprenditori israeliani. I suoi clienti sono governi che dovrebbero usare lo spyware nel contrasto al crimine. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz "lavora esclusivamente con entità statali, tra cui l'establishment della sicurezza israeliano e l'Fbi e altri negli Stati Uniti, fornendo loro capacità di hacking". In Italia "lavora con un'agenzia di polizia e un'organizzazione di intelligence".
E' stata WhatsApp una settimana fa a rendere noto che il virus è stato usato ai danni di una novantina di persone, "tra cui giornalisti e membri della società civile", in circa 20 Paesi europei. Gli spiati in Italia sono 7, secondo quanto riferito ieri dal governo, che ha negato la sorveglianza da parte dell'intelligence su giornalisti ed altri soggetti tutelati dalla legge di riforma dei servizi (la 124 del 2007). Oltre a Casarini, vittima del virus informatico anche il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, come lui stesso aveva denunciato venerdì scorso. Lo stesso giorno, fa sapere il Guardian, Paragon ha cautelativamente sospeso il contratto con l'Italia. Ieri la decisione di 'terminarlo' dopo che l'azienda ha appurato che l'Italia avrebbe violato i termini di servizio ed il quadro etico concordato con il contratto, riporta sempre il quotidiano inglese.
Graphite può infettare un telefonino attraverso WahtsApp senza che il proprietario lo sappia, clicchi su un link o riceva un'email. Strumento molto efficace, dunque. E ambìto dagli apparati di sicurezza di tanti Paesi che hanno siglato contratti con Paragon. Anche l'Italia che però ora non potrà più avvalersene. Il governo riferirà presto al Copasir sull'utilizzo dello strumento da parte degli 007, mentre l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale sta interloquendo con lo studio legale Advant, incaricato da WhatsApp e sta svolgendo tutte le verifiche tecniche sulla vicenda.
Tra i bersagli di Graphite c'è anche Husam El Gomati, un attivista libico che vive in Norvegia ed ha posizioni critiche sugli accordi dell'Italia con il Paese nordafricano per frenare le partenze di migranti. Così come critici verso il governo di centrodestra sono anche Casarini e Cancellato.
Sul piede di guerra l'opposizione, che - dopo il caso Almasri - ha aperto un altro fronte. Avs, Pd ed M5s hanno chiesto in apertura di seduta in Aula alla Camera una informativa urgente del governo sul caso. Il presidente del M5s, Giuseppe Conte, parla di "fatto gravissimo. Che vengano spiati giornalisti in sé è di una gravità inaudita in un sistema democratico, se addirittura l'azienda dice che ha dovuto interrompere il rapporto contrattuale per ragioni etiche, la prima spiegazione del governo non torna. Il governo deve spiegare come e perché c'è stata l'interruzione con Paragon". Stefano Graziano, Vinicio Peluffo, Nico Stumpo e Ouidad Bakkali (Pd) hanno presentato una interrogazione per chiedere alla premier Giorgia Meloni di chiarire "se anche l'Italia è tra i paesi utilizzatori di tale spyware e perché il telefonino di un giornalista sia diventato target". Enrico Borghi (Iv) vuole sapere "chi sono gli utilizzatori italiani del software di hacking". Il governo, fa eco Nicola Fratoiannni (Avs) "deve venire a dire tutta verità nelle aule del Parlamento".
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