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'Putin vuole dichiarare la vittoria il 24 febbraio'

'Putin vuole dichiarare la vittoria il 24 febbraio'

'Nel terzo anniversario dell'invasione', secondo l'intelligence ucraina. Il Cremlino frena. Trump nega che andrà a Mosca il 9 maggio

MOSCA, 21 febbraio 2025, 22:52

di Alberto Zanconato

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Vladimir Putin © ANSA/EPA

Vladimir Putin © ANSA/EPA

       Una voce, proveniente dall'intelligence ucraina, viene ripresa dai media occidentali e smuove gli animi in vista del terzo anniversario, lunedì, dell'invasione russa dell'Ucraina. I servizi di Kiev, citati da Bild, assicurano che proprio il 24 febbraio Vladimir Putin annuncerà la vittoria. Un'affermazione in contrasto con i segnali che arrivano dal Cremlino, dove il portavoce Dmitry Peskov afferma che è "troppo presto per parlare di risultati" di quella che a Mosca è chiamata 'l'operazione militare speciale', e che quindi lunedì non è in programma alcun evento speciale.

    I servizi di intelligence militare ucraini sostengono che Putin potrebbe usare i recenti colloqui tra Stati Uniti e Russia a Riad per dichiararsi appunto vincitore, imponendo le sue condizioni di pace al mondo e cercando di dipingere i governi in Europa che sostengono Kiev come "nemici della pace". Peskov, invece, annuncia che le ostilità continueranno perché "tutti gli obiettivi stabiliti dal capo dello Stato e supremo comandante in capo devono essere raggiunti".

    Quali siano gli "obiettivi" stabiliti da Putin è risaputo: pieno controllo delle quattro regioni ucraine attualmente occupate solo in parte (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) e rinuncia ufficiale di Kiev ad entrare nella Nato.

    L'avanzata delle truppe russe nella regione di Donetsk continua, con il ministero della Difesa che ha annunciato la conquista di altri due villaggi: Nadezhdinka e Novosyolka. Ma appaiono ancora ben lontane dal realizzare manu militari le ambizioni del capo del Cremlino. Quanto alle trattative avviate tra Russia e Usa, non sembrano poter dar luogo per ora ad un esito talmente favorevole a Mosca.

     Le due parti sono diventate molto prudenti anche nel parlare di un possibile vertice fra Putin e Donald Trump. Una tale iniziativa "dipenderà dai progressi dell'accordo ucraino", ha sottolineato il segretario di Stato americano Marco Rubio. Mentre il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov accusa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di prendere ordini direttamente dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, che gli imporrebbe di non mostrare alcuna flessibilità in vista dei negoziati.

    Che a Mosca si prenda in considerazione una soluzione in tempi non troppo lunghi è tuttavia dimostrato dai commenti che circolano sul possibile ritorno di aziende occidentali che hanno lasciato il mercato russo dopo l'inizio del conflitto, nel 2022.

    Oggi ne ha parlato lo stesso Putin, sottolineando che le aziende russe dovranno essere salvaguardate dalla concorrenza di quelle straniere che faranno ritorno. "Possiamo regolamentare opportunamente il rientro sul nostro mercato di chi vuole rientrare, creando e mantenendo vantaggi per i nostri stessi produttori", ha detto il presidente, parlando in un forum sul futuro dell'industria chimica.

    In merito ai colloqui russo-americani, Lavrov ha lamentato che le leadership della Ue e della Nato "percepiscono come un tradimento degli interessi dell'Occidente" il fatto che "i rappresentanti delle due grandi potenze siedano a parlare". Ma qualche nervosismo l'incontro di Riad potrebbe averlo provocato anche altrove. Per esempio a Pechino, secondo l'opinione di chi pensa che il rapido avvicinamento di Washington a Mosca punti ad incrinare l'alleanza russo-cinese in vista della sfida strategica del XXI secolo tra Usa e Cina.

      "Non sappiamo - ha commentato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko - che cosa vogliano gli Stati Uniti. Non sappiamo cosa chiederanno ai russi in cambio della fine della guerra e così via. Credo che cercheranno di mettere i russi contro i cinesi, e i russi non possono permettere questo". Forse è per cercare di fugare i sospetti che Putin si prefigge di avere "presto" un colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping per informarlo dei risultati dell'incontro di Riad, secondo quanto annunciato dal portavoce Peskov. Mentre ufficialmente il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, si è rallegrato per tali colloqui affermando che si sta aprendo una "finestra per la pace" nella crisi ucraina. 
   

Trump nega che andrà a Mosca il 9 maggio

Donald Trump nega che andrà a Mosca il 9 maggio, quando la Russia celebrerà l'80mo 'Giorno della Vittoria, anniversario russo della sconfitta del nazismo. Lo ha detto il presidente, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg. Ore prima un media francese - Le Point - aveva scritto che "Donald Trump e Vladimir Putin si incontreranno a Mosca il 9 maggio per le commemorazioni della fine della Seconda guerra mondiale".

"Siamo abbastanza vicini a concludere un accordo sui minerali con l'Ucraina", ha detto Trump.

"Penso che abbiamo la possibilità di raggiungere un accordo di pace fra Ucraina e Russia", ha aggiunto Trump.

Zelensky agli europei, 'fare di più per garantire la pace'

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato oggi gli europei a "fare di più per garantire la pace" in Ucraina in un contesto di tensioni con l'alleato americano, che questa settimana ha avviato colloqui diretti con la Russia. "L'Europa deve e può fare molto di più per garantire la pace (...) Abbiamo proposte chiare con i nostri partner europei", ha detto Zelenskyj nel suo video discorso serale, insistendo sul fatto che "questo deve essere fatto in collaborazione con l'America".

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