Donald Trump si prepara a smantellare le poste americane, mandando in fumo 250 anni di storia e gettando potenzialmente nel caos miliardi di dollari di transazioni. Il presidente si appresta a firmare un ordine esecutivo per portare il US Postal Service sotto il controllo del Dipartimento del Commercio guidato da Howard Lutnick, che da mesi preme per una privatizzazione del servizio.
Una mossa destinata ad avviare un nuovo scontro legale. Il board delle poste americane - secondo indiscrezioni riportate dal Washington Post - si sta già preparando alla possibilità di essere silurato e ha assunto un legale, al quale è stato impartito l'ordine di fare causa alla Casa Bianca se il presidente rimuoverà i membri del consiglio di amministrazione o cercherà di mettere fine all'indipendenza dell'agenzia. "Si parla molto della privatizzazione delle poste. E' un'idea che piace a molti da lungo tempo. La stiamo valutando", aveva detto Trump in dicembre mentre il suo transition team era impegnato a individuare chi avrebbe potuto sostituire Luois DeJoy, l'attuale numero uno del US Postal Service.
Nel corso del suo primo mandato alla Casa Bianca, il presidente aveva dato incarico a una task force di valutare il sistema delle poste. E la conclusione era stata che, così com'era, era "insostenibile": un "Us Postal Service privato indipendente dal Congresso sarebbe più agile continuando allo stesso tempo a offrire i servizi necessari alle comunità americane". Una privatizzazione infatti sarebbe stata accompagnata da un "incentivo a innovare e migliorare", aveva stabilito la task force, le cui raccomandazioni però non erano alla fine state attuate. Ora, invece, Trump si sentirebbe più forte e libero di procedere con un'iniziativa che potrebbe attirarsi critiche bipartisan.
L'ordine esecutivo sulle poste è solo una delle iniziative che Trump si appresta ad avviare a stretto giro. A breve infatti è attesa anche la firma di un memorandum per la messa a punto di rimedi per le tasse imposte dai governi stranieri sulle società tecnologiche americane, quali Meta e Alphabet. La misura è attesa prima della visita alla Casa Bianca di Emmanuel Macron, alla guida di quella Francia che ha una digital tax sulle multinazionali americane. Nell'arco di poco più di un mese sono poi attesi scattare anche i dazi sulla auto: Trump intende infatti andare dritto per la strada e imporre dal 2 aprile tariffe del 25% su tutte le auto importate, anche quelle americane prodotto all'estero.
Mentre Trump riorganizza le agenzie federali come le poste, il suo first buddy Elon Musk procede con i tagli a tutto campo.
All'agenzia delle entrate sono attesi più di 6.700 tagli, anche se la scure vera è pronta ad abbattersi sul Pentagono. Secondo indiscrezioni, si lavora a una riduzione di 50.000 dipendenti civili. Nelle ultime ore, però, il Dipartimento della Difesa avrebbe frenato e i maxi-licenziamenti attesi a breve sono stati posticipati per capire prima l'impatto che un taglio così drastico potrebbe avere sulla prontezza delle forze armate ad entrare in azione.
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