"Io non so dire chi sia Primo
Levi". La candida confessione arriva da Marco Belpoliti, uno
degli studiosi più esperti sull'autore di 'Se questo è un uomo',
in conclusione di un incontro a lui dedicata dall'Istituto
Italiano di Cultura (Iic) di Madrid, nella stessa settimana
della Giornata della Memoria. Basti questo, come messo in chiaro
da Belpoliti stesso, per avere una certezza: Levi aveva "una
personalità complessa", non associabile a una singola etichetta.
Una mente poliedrica dal punto di vista umano e letterario.
All'incontro, tenutosi ieri sera, ha partecipato anche
l'italianista María J. Calvo Montoro, ex docente dell'Università
della Castiglia-La Mancia, chiamata a commentare con Belpoliti,
ordinario all'Università di Bergamo e curatore dell'edizione di
Einaudi delle opere complete di Levi, diverse fotografie dello
scrittore e testimone diretto dell'Olocausto. Immagini raccolte
nel libro 'Photo Levi' (Acquario, 2021), curato da Belpoliti
stesso. "Nel libro dici che nelle immagini c'è un qualcosa che
continua a sfuggirci. Sei riuscito a trovarlo?", ha chiesto
Calvo Montoro in avvio di conversazione. Un quesito che ha dato
spunto a Belpoliti per spingersi in un'analisi profonda su
questa figura: Levi "uomo geniale"; Levi chimico attento e
scrupoloso; Levi "scrittore di libri straordinari", aspetto "per
lungo tempo assolutamente non considerato"; Levi creatore di
"rebus e giochi di parole"; Levi "non tragico, ma tragicomico";
Levi "poeta"; Levi "umorista"; Levi affetto da una depressione
"per tutta la vita, meno nel periodo de lager, perché lì c'era
spazio solo per sopravvivere".
La serata, la seconda dedicata a Madrid a Primo Levi questa
settimana, in collaborazione con l'Ambasciata italiana, è stata
introdotta da Susi Baldasseroni, direttrice ad interim dell'Iic.
"Voglio ricordare che vita e opera di Levi vanno oltre la pura
testimonianza, e che siamo di fronte a un grandissimo scrittore,
uno dei più importanti del XX secolo", ha detto.
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