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Salvini: 'Scontro tra 007 su Paragon'. Esposto a Palermo

Salvini: 'Scontro tra 007 su Paragon'. Esposto a Palermo

Opposizione, governo venga in Aula. Martedì audizione del capo di Aise

ROMA, 07 febbraio 2025, 19:20

Domenico Palesse

ANSACheck
Matteo Salvini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Salvini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Come ampiamente prevedibile la spy-story che vede tra le vittime giornalisti e attivisti italiani - i cui dispositivi sono stati hackerati dal software Graphite - finisce sui banchi della politica. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini tira in ballo presunti "regolamenti di conti all'interno di servizi di intelligence", mentre le opposizioni si compattano e chiedono al governo di riferire quanto prima in Parlamento.

Martedì, intanto, il direttore dell'Aise Giovanni Caravelli sarà ascoltato al Copasir, dove con ogni probabilità gli sarà chiesto di chiarire il ruolo del governo italiano nel caso. Presto, inoltre, la stessa commissione potrebbe chiamare a riferire anche il governo, nella persona di Alfredo Mantovano, l'autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Proprio ieri, infatti, Paragon Solutions, la società israeliana produttrice di Graphite, ha annunciato di aver rescisso il contratto con l'Italia per aver violato le "norme etiche", confermando di fatto un rapporto tra le istituzioni del Paese e la società produttrice del software.


    Ad oggi, secondo quanto riferito ufficialmente mercoledì da palazzo Chigi, sono sette le utenze italiane 'violate' dallo spyware, che riesce a insinuarsi nei dispositivi attraverso una falla di WhastApp senza alcuna interazione da parte della vittima. Tra loro ci sono sicuramente - perché hanno denunciato il fatto - il direttore di Fanpage Fancesco Cancellato e il fondatore di Mediterranea Luca Casarini. Ma sono almeno tre - forse anche quattro - i membri dell'ong ad essere finiti nella ragnatela degli hacker, tra cui anche l'armatore Beppe Caccia.
    Proprio per questo lunedì il team legale presenterà un esposto al centro di sicurezza cibernetica della polizia di Stato di Palermo. Il primo atto formale che dovrebbe portare di conseguenza all'apertura di un fascicolo in Procura.


    "Invece di perseguitare e incarcerare chi violenta, i veri assassini e chi viola davvero la condizione dei diritti umani - il commento della capomissione di Mediterranea, Sheila Melosu - si sceglie di perseguire, incriminare e perseguitare anche chi invece opera attivamente nella solidarietà". Nella lista delle 90 persone 'infettate' dallo spyware in tutta Europa c'è anche il nome di Husam El Gomati, imprenditore libico che vive in Svezia e che si occupa di migranti e diritti umani. È lui stesso ad aver rivelato la cosa, mettendola in correlazione con la sua attività e con il rilascio - proprio nei giorni in cui il suo dispositivo veniva violato - di Almasri.


    A tenere banco oggi, però, è la polemica politica, soprattutto in seguito alle parole di Salvini che, sollecitato sul caso Paragon, ha sottolineato che "è fondamentale un momento di chiarezza in quelli che paiono regolamenti di conti all'interno dei servizi di intelligence che svolgono un ruolo fondamentale per la stabilità, la sicurezza e la democrazia del Paese. Che ci siano paginate quotidiane dove agenti segreti attaccano altri agenti segreti, invece di difendere l'interesse nazionale questo sì è preoccupante". Parole poi parzialmente 'smussate' dalla Lega che in una nota ha confermato la "fiducia totale" nei vertici dei servizi spiegando che le dichiarazioni del leader si riferivano "a ciò che leggiamo da giorni sui giornali, non ad altro". Dal Pd ad Avs, dal Movimento 5 Stelle ad Azione, l'opposizione compatta passa all'attacco e bolla come "gravi" le parole di Salvini. "Il governo deve venire a chiarire, hanno fatto delle smentite che sono state smentite - ha tuonato la segretaria Pd Elly Schlein -. Il governo non può anche su questo mettere la testa sotto la sabbia, la presidente del coniglio è il caso che venga a riferire". 
   

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