"Il 20 gennaio scorso, già con quella brutta bronchite che provocò il ricovero al Gemelli, mi confidò il desiderio di compiere un viaggio a Gaza, una visita pastorale alla piccola comunità cattolica, con cui era stato sempre in contatto telefonico dall'inizio dei bombardamenti israeliani". Lo racconta Lucio Brunelli, scrittore e giornalista, ex vaticanista del Tg2, che ha avuto sempre un rapporto diretto con Bergoglio, fin dai tempi in cui era cardinale a Buenos Aires.
"L'immagine del Papa, in carrozzina, tra le macerie della guerra sarebbe stata un messaggio potente di vicinanza a tutta la popolazione palestinese", commenta il giornalista. Poi, dalle colonne dell'Osservatore Romano, rivela il contenuto della mail ricevuta tre mesi fa da Francesco. "Sarebbe una buona cosa" scriveva il Pontefice. Aggiungendo: "Ne parlerò con la Segreteria di Stato per 'sondegiare' la cosa".
"L'aggravarsi delle condizioni di salute bloccò forse ogni verifica. Un viaggio che sarebbe stato impossibile, probabilmente, in ogni caso, per motivi politici. Ma commuove il pensiero del Papa quasi novantenne, malato - commenta Brunelli -, che desiderava essere fisicamente vicino alla popolazione della Striscia di Gaza".
Francesco non ha mai avuto paura fisicamente della guerra.
Aprì il Giubileo della Misericordia nel novembre 2015 a Banguì, in Centrafrica, quando tutti glielo sconsigliavano. A marzo 2021 era in una Baghdad blindata e poi tra le macerie della guerra a Mosul. E' stato lui stesso, successivamente, a raccontare che era pronto un attentato contro di lui, poi sventato dalle forze di sicurezza con la gendarmeria. A gennaio del 2023 era a Kinshasa ma dovette cancellare, suo malgrado, la tappa in Nord Kivu. Troppo pericolosa. Il 2 aprile del 2022, sul volo che lo portava a Malta, ai giornalisti che chiedevano se avesse preso in considerazione un viaggio a Kiev, dal 24 febbraio di quell'anno sotto attacco dei russi, rispose: "Sì , è sul tavolo". Ma in questo caso il viaggio non si realizzò.
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