"Ho scoperto cos'è la Ryder Cup dopo
sette anni di duro lavoro, tutto poi concentrato in questa
settimana di gare. Dal punto di vista mediatico, è il terzo
evento per importanza al mondo, dopo l'Olimpiade e la finale di
mondiale di calcio. Per un Paese come il nostro, che non ha un
profilo golfistico, parlare di Ryder Cup fino a qualche anno fa
era veramente una chimera, era come convincere le persone che
sarebbe arrivato a Roma un evento del quale nessuno riusciva a
capire la grandezza". Così Gian Paolo Montali, direttore
generale del progetto Ryder Cup 2023, ospite di Radio Anch'io
Sport su Rai Radio 1. "È un progetto che va oltre la gara
sportiva in sé e che prevede la crescita e lo sviluppo del golf
nel nostro paese, con una serie di ricadute, dal punto di vista
sportivo, economico, infrastrutturale, sportivo. Sono veramente
molto fiero e orgoglioso di aver fatto capire cos'è la Ryder Cup
e soprattutto d'aver fatto entrare il golf nelle case degli
italiani".
Cosa resta in eredità? "La Ryder Cup 2023 a Roma - aggiunge
Montali - la definirei come le colonne d'Ercole. CI sono due
macro temi: il primo riguarda i grandi eventi sportivi, ci sarà
un prima e dopo la Ryder Cup. È stato un vero e proprio show,
abbiamo costruito una città dentro un campo da golf. Tutti i
prossimi eventi sportivi avranno la Ryder Cup come punto di
riferimento. Il secondo, invece, riguarda il mondo del golf.
L'obiettivo che ci eravamo fissati col governo italiano era
quello di cambiare la visione del golf in Italia, farlo
diventare come uno dei paesi nordeuropei dove il golf è uno
sport alla portata di tutti, con le sue qualità e i suoi valori.
Le eredità le vedremo da oggi in avanti: c'è una legacy
infrastrutturale, perché la Ryder Cup ha cambiato il volto di
Roma nel quadrante nord-est, rifacendo strade e sbloccando la
Tiburtina, una via da 15 anni ferma. Cambierà la qualità della
vita delle persone in quel quadrante, quindi c'è un impatto
anche nel sociale". La vittoria del Team Europa: "La squadra
americana - ricorda Montali - era nettamente favorita, però la
carta non va in campo. Sono stati bravissimi i cinque capitani,
tra cui i due fratelli Molinari, a creare la giusta alchimia
nella squadra".
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