Per Tommaso Bori, il
vicepresidente della Giunta regionale che ha la delega al
bilancio sull'aumento dell'Irpef "ci si può confrontare". "Noi
ci siamo da 90 giorni siamo molto arrabbiati con chi ha
governato cinque anni e ridotto i conti della sanità in
condizioni drammatiche", sottolinea in un intervista al
Messaggero.
"Se avessimo voluto essere cinici, pensando di trarre un
vantaggio da questa situazione, avremmo potuto fare la mossa più
semplice: aspettare maggio, lasciar commissariare al governo e
far scattare tutte le tasse e le aliquote al massimo, facendo
ricadere la responsabilità su altri. Ma sarebbe stato un
disastro" ha affermato ancora Bori. "Abbiamo scelto l'etica
della responsabilità, ci stiamo assumendo l'onere di rimettere
in ordine i conti della sanità con scelte difficili" ha
aggiunto.
Per il vicepresidente della Regione in caso di
commissariamento della sanità ci sarebbero stata "conseguenze
terribili". "In quel caso - ha aggiunto - la manovra sarebbe
stata subito da 120 milioni e non da 90. Con tutte le aliquote
al massimo, 30 milioni sarebbero stati ricavati dal ceto medio e
ben 10 dai redditi più bassi, sotto 15mila euro, che nella
nostra proposta non saranno toccati".
"Abbiamo lavorato giorno e notte, in emergenza - ha
rivendicato Bori -, per essere in condizioni presentarci al Mef
con i conti in ordine. Ora avvieremo la fase di ascolto con
sindacati, parti sociali, amministrazioni locali per un
confronto reale, necessario prima dell'approvazione della
manovra da parte dell'assemblea legislativa. Perché è lì che si
approvano le leggi".
Bori ha assicurato che la Regione "non aumenterà solo le
tasse". "Non faremo solo questo - ha detto ancora -. Avvieremo
una revisione della spesa e la riorganizzazione della Regione,
per individuare eventuali sprechi e inefficienze, così da
destinare più risorse possibili agli investimenti, come il
cofinanziamento dei fondi europei per la crescita, e ai servizi
alla persona, come il sociale, i trasporti e le politiche attive
del lavoro. Inoltre crediamo che anche la politica possa e debba
dare un segnale. Ho chiesto alla presidenza del Consiglio di
contribuire alla riduzione della spesa. Nella scorsa legislatura
avevo presentato una proposta che non venne mai discussa. Credo
sia giusto intervenire su questo, è un segnale anche se non sarà
certo quello a risolvere il problema enorme dei conti della
sanità, ma va fatto".
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