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Il Papa ricorda gli Ulma beati, una luce nella guerra

Il Papa ricorda gli Ulma beati, una luce nella guerra

'Intensifichiamo preghiere per l'Ucraina'. Vicinanza al Marocco

MARKOWA, 10 settembre 2023, 18:25

di Manuela Tulli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 C'è una famiglia polacca "che rappresentò un raggio di luce nell'oscurità della seconda guerra mondiale". Lo ha detto il Papa all'Angelus rendendo omaggio agli Ulma che oggi sono stati beatificati a Markowa, in Polonia, il villaggio nel quale sono nati e vissuti fino al momento in cui sono stati trucidati dai nazisti il 24 marzo del 1944. "All'odio e alla violenza, che caratterizzarono quel tempo, essi opposero l'amore evangelico" e quindi questa famiglia, Jozef, Wiktoria e i loro sette figli, "sia per tutti noi un modello da imitare nello slancio del bene e nel servizio di chi è nel bisogno", ha sottolineato il Papa.
    Francesco - che ha ribadito la sua "vicinanza" al Marocco colpito da un violento terremoto - ha poi ribadito il suo appello per l'Ucraina: proprio sull'esempio degli Ulma "sentiamoci chiamati a opporre alla forza delle armi quella della carità, alla retorica della violenza la tenacia della preghiera. Facciamolo soprattutto per tanti Paesi che soffrono a causa della guerra; in modo speciale, intensifichiamo la preghiera per la martoriata Ucraina".
    La guerra di ieri e quella di oggi, unite in questa beatificazione che si è svolta a settanta chilometri dal confine con l'Ucraina. Oltre trentamila le persone che dall'alba si sono messe in marcia per raggiungere il villaggio della famiglia polacca che fu sterminata per avere ospitato otto ebrei, uccisi anche loro in quella tragica notte del 24 marzo 1944. Una festa della Polonia, con la presenza delle massime autorità a partire dal Presidente Andrzej Duda, ma anche con la partecipazione di alcune delegazioni internazionali, dall'Ucraina ed altri Paesi vicini, per arrivare ad Israele e Stati Uniti arrivati in questo villaggio nel sud-est della Polonia per commemorare anche le altre vittime della strage, gli otto ebrei delle famiglie Goldmann, Didner e Grunfeld. "Questa riunione di famiglie ebree e una famiglia cattolica nello stesso martirio ha un significato molto profondo e offre la luce più bella sull'amicizia ebraico-cristiana, a livello sia umano, sia religioso", ha detto il Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il cardinale Marcello Semeraro, nell'omelia della messa di beatificazione nella quale ha ricordato anche "la santità della porta accanto" degli Ulma. Ovvero la loro scelta di accogliere questi amici che sfuggivano alla furia nazista in tutta semplicità, nella loro vita ordinaria, testimoniata dall'archivio di oltre ottocento fotografie che Jozef ha lasciato. Bambini scalzi, la mamma che li aiuta a fare i compiti, le foto del matrimonio e quelle degli stessi amici ebrei che hanno nascosto per un anno e mezzo.
    Il cardinale Stanislaw Dziwisz, lo storico segretario di Giovanni Paolo II, non ha dubbi: "la beatificazione della famiglia Ulma è tra le più importanti nella storia della Chiesa", ha detto ad una delegazione di giornalisti al seguito della missione organizzata dall'ambasciata polacca presso la Santa Sede. Sottolineando come lo stesso Papa Wojtyla si fosse interessato a questa causa di beatificazione, Dziwisz ha aggiunto: "La storia della famiglia Ulma ci insegna che siamo tutti fratelli. Papa Giovanni Paolo II parlava degli ebrei come fratelli, fratelli maggiori, e con questa beatificazione si conferma che la fraternità vince tutto".
   

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