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Gigi Riva, eroe moderno tra storia e mito

Gigi Riva, eroe moderno tra storia e mito

'Un amore di contrabbando', il nuovo romanzo di Nicola Muscas

CAGLIARI, 04 marzo 2025, 10:26

Redazione ANSA

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(di Maria Grazia Marilotti) NICOLA MUSCAS 'UN AMORE DI CONTRABBANDO' (Strade blu Mondadori, pag. 252, Euro 18,50) Viaggio alla ricerca del mito, tra realtà e invenzione, sulle tracce di un eroe moderno, un'icona del nostro tempo. In "Un amore di contrabbando" - Gigi Riva, una vita in rovesciata, il suo nuovo romanzo edito Strade blu Mondadori, Nicola Muscas, giornalista e scrittore cagliaritano, propone un insolito ritratto corale di un calciatore entrato nella leggenda.
    Nel libro Leonardo Carboni, alter ego dell'autore, in crisi creativa, racconta il suo tentativo di ricostruire la figura di un genio del pallone attraverso testimonianze, frammenti di interviste, ricordi e aneddoti di chi ha conosciuto e frequentato il campione nelle varie fasi della sua vita, dall'infanzia e la giovinezza fino ai trionfi sul campo alla maturità, raccolti in una sorta di pellegrinaggio in giro per l'Italia. E attraverso queste voci, dichiarazioni autentiche o verosimili, restituire una storia vera, quella di Riva, con le tessere di un mosaico d'invenzione. Un espediente per rendere omaggio all'artefice di goal inimitabili e imprese ai limiti dell'umano: Muscas intreccia, in questa costruzione meta letteraria, cronaca e romanzo per rievocare tra le righe l'immagine di Rombo di tuono.
    Un fuoriclasse che lo scrittore non ha mai visto giocare, vissuto attraverso i ricordi di suo padre, mancato anche lui troppo presto, come il padre del grande goleador diventato un punto di riferimento per la Sardegna, grazie alle sue imprese calcistiche dentro e fuori dal campo: famoso il suo no alle grandi del calcio, simbolo del riscatto per un'intera Isola. E forse il fil rouge della narrazione sta in questo desiderio di incontrare anche in forma indiretta questa figura che ha unito e unisce diverse generazioni e che ha fatto parte della mitologia di famiglia.
    Nella sua inquietudine, Leonardo Carboni, cronista sportivo e romanziere, parte per 'incontrare' il protagonista di un libro ancora da scrivere. E da Cagliari a Leggiuno, da Legnano a Varese, da Carloforte a Torino, è univoca la memoria collettiva, il ricordo di un calciatore che, come ogni artista, si è inventato un modo suo di giocare, inimitabile. Una scrittura densa di rimandi e citazioni quella di Nicola Muscas, che intreccia lo slang cagliaritano del suo alter ego a definizioni folgoranti come quella del "poeta realista" forgiata da Pasolini, o l'omaggio di Maria Lai che lo chiama "artista" per finire con quelle dei suoi interlocutori che incrocia in questa emozionante avventura editoriale itinerante.
    "Oggi, lunedì 22 gennaio, è morto Gigi Riva". L'autore parte da quel lutto collettivo del 2024, che ha unito con una straordinaria forza coesiva una regione e una città: "quando è scomparso Riva è come se fosse scomparsa la spiaggia" del Poetto. Il gesto istintivo e da acrobata, passato alla storia come "rovesciata di Vicenza", viene rievocato con le parole di Francesco Palmieri. Scorrono le sequenze di un ideale flashback cinematografico, la telecamera si sofferma sul campetto di calcio dei primi tiri a pallone, sul collegio e "quegli anni rubati", sul primo stipendio da calciatore: 37mila lire al mese, e quei 37 milioni messi sul tavolo da Andrea Arrica per portare all'Amsicora quel "sinistro poderoso". Da qui la gioia della Sardegna tutta, a cui Riva ha regalato molto più dello storico scudetto.
    Infine le passeggiate in centro dell'eroe silenzioso, in una Cagliari discreta come lui. E se, come scandiscono in coro i tifosi, "c'è solo un Gigi Riva", e lui è una figura leggendaria che ha saputo essere sia Rombo di tuono che Hombre Vertical, nel giustificare la sua ricerca e cercare di spiegare a se stesso la necessità che lo spinge, Carboni alias Muscas sembra suggerire che "Forse, come qualche volta succede, abbiamo bisogno di vederci negli specchi degli altri, di camminare con le loro scarpe, di osservare le loro cicatrici, per capire che - in qualche misura - gli altri parlano di noi".
   

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