"I fatti di interesse processuale si
sono svolti in presenza di condizioni non più presenti né
ripetibili". E' quanto scrivono i giudici della prima sezione di
Cassazione nelle motivazioni della sentenza del 25 febbraio
scorso con cui aveva confermato i domiciliari per Chiara
Petrolini, la giovane accusata di avere ucciso e occultato i
cadaveri dei figli appena partoriti. I supremi giudici hanno
annullato con rinvio, per disporre un nuovo giudizio,
l'ordinanza del Tribunale del riesame che, in accoglimento
dell'appello della Procura, aveva disposto il carcere per
Petrolini che attualmente si trova ai domiciliari.
Nelle motivazioni la Cassazione riconosce alla indagata una
"elevatissima capacità mistificatoria ed una non comune
determinazione criminale" ma motivando la conferma dei
domiciliari spiega che Petrolini "ha potuto commettere i
gravissimi reati che le sono ascritti in quanto ella è stata
capace di instaurare e coltivare una ricca ed articolata vita di
relazione ed affettiva che - è detto nell'atto di 14 pagine- in
regime di arresti domiciliari, le sarebbe, invece, giocoforza
inibita".
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