Il giallo oro e l'atmosfera abbacinante del Mattino dopo il Diluvio, le atmosfere rarefatte della Roma di Agrippina, la sagoma di un Napoleone solitario e assorto nel paesaggio desolante del suo esilio. L'ultimo Turner, quello più intenso, inquietante e drammatico, con i capolavori assoluti degli anni della maturità, è di scena a Londra, dal 10 settembre al 25 gennaio alla Tate Britain con una mostra che passa in rassegna tutte le opere realizzate dopo il 1835, quando il grande pittore, nato nel 1775, aveva ormai superato la soglia dei fatidici sixty, senza affatto perdere creatività ed energie, anzi.
Intitolata 'The EY Exhibition: Late Turner - Painting Set Free', la rassegna della Tate riunisce 150 opere del grande romantico provenienti dal Regno Unito (tanti acquerelli, oli e disegni sono nelle collezioni dei musei britannici perché Turner morendo lasciò allo Stato la sua vasta produzione) e dall'estero. Obiettivo, gettare una nuova luce sulle idee maturate intorno alla vecchiaia dell'artista, nonché sulle tecniche, sui procedimenti e sui materiali radicali usati durante questo periodo produttivo, quando nascono i quadri 'atmosferici' con quei vortici e quei turbinii di colore, le ombre e i giochi di luce che anticipano l'impressionismo, e che portarono il critico John Ruskin a definirlo ''il più grande di tutti, perché non solo pittore ma anche poeta''.
L'idea dei curatori è di dimostrare come gli ultimi anni dell'artista siano stati caratterizzati da un vigore e un'energia eccezionali, stimolati da uno dei suoi più lunghi viaggi in Europa. Un discorso supportato da una selezione di lavori emblematici come 'Roma antica: Agrippina sbarca con le ceneri di Germanico', una tela del 1839 (Tate), 'Boe per la segnalazione di un naufragio',1849 (National Museums Liverpool) e Heidelberg: Tramonto c.1840 (Manchester City Galleries).
Artista radicale, decisamente controcorrente rispetto ai suoi contemporanei vittoriani, moderno in un modo spiazzante, William Turner, ha saputo esplorare e definire la sua forza creativa, in cui la pratica materiale non era solo un mezzo, ma rappresentava il messaggio e il senso stesso dell'opera. Affrontando con sguardo inedito i suoi particolarissimi dipinti ad olio, gli acquerelli, le stampe e i disegni di un Turner "anziano" eppure così giovanile nel suo essere avanti, la mostra londinese punta a dimostrare come a differenza di tanti suoi colleghi Turner invecchiando non abbia mai concesso spazio a meditazioni pessimistiche continuando invece a sperimentare tecniche e punti di vista ogni volta nuovi, e una curiosità mai appagata sugli sviluppi sociali e sull'osservazione della natura. Cosa che appare evidente, per esempio, in opere come Pioggia, vapore e velocità (La Great Western Railway (National Gallery), che Turner dipinse nel 1844, quando aveva passato le 69 primavere, per un uomo della sua epoca non certo poche. Vecchio? Talvolta è meglio.
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