(di Chiara Venuto)
Quando qualcuno chiese a Raffaella
Carrà la differenza tra la tv e la radio, lei disse che la gente
che ascolta la radio "ti vede di meno e ti immagina forse
meglio". Potrebbe essere allora l'essenza di quella fantasia ciò
che ancora oggi rende la radio affascinante. Proprio con questo
mezzo nacque il servizio pubblico il 6 ottobre 1924, quando la
voce della violinista Ines Viviani Donarelli annunciò il
concerto di inaugurazione del servizio dell'Unione radiofonica
italiana (l'antesignana della Rai). In attesa di 'Cento', il
programma di Carlo Conti che andrà in onda proprio domani, nel
giorno dell'anniversario, stasera la Rai ha celebrato il
centenario del servizio pubblico al Palazzo dei Congressi di
Roma.
Un'occasione, intanto, per svelare un'opera donata già a
maggio all'azienda da Guido Iannuzzi, artista e dipendente Rai
noto per aver esposto al MART di Rovereto, al MAXXI di Roma e in
altri contesti nazionali ed internazionali. Si intitola
Unum/Omnia (U/O) e rappresenta il pluralismo e la diversità del
servizio pubblico. "Prima con la radio, poi con la tv l'Italia
si è unita - ha dichiarato durante la presentazione la
sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni - la Rai aiuta a
togliere le differenze che ci sono nel nostro Paese". Poi, ha
fatto gli auguri alla "nuova governance", presente all'evento.
"Il mio obiettivo era rappresentare due opposti approcci alla
vita - ha detto l'artista, Guido Iannuzzi - quello che guarda da
più punti di vista e quello di chi, invece, osserva il mondo da
una scatola, da un unico punto di vista". Le sculture verranno
poi spostate nella sede di Viale Mazzini.
Poi, il tappeto blu con tanti nomi del mondo della
comunicazione. Prima i vertici Rai, poi i direttori, una serie
di conduttori da Pierluigi Diaco a Marco Carrara. Fino ad
arrivare a Gianni Letta.
Francesca Fialdini, alla conduzione dell'evento
nell'auditorium del Palazzo, ha prima letto il messaggio del
presidente della Repubblica, già diffuso in giornata, in cui
Mattarella ha ricordato che "la Rai continua ad avere come
missione quella di operare per la promozione della libera
informazione e della cultura. Indipendenza, autorevolezza,
pluralità delle opinioni, originalità, professionalità,
innovazione, queste le doti che hanno permesso all'azienda,
negli anni, di raggiungere prestigiosi risultati e di diventare
voce affidabile e ascoltata".
A seguire, l'intervento del neo-amministratore delegato,
Giampaolo Rossi, che ha ricordato che "il 2024 è un anno molto
particolare, come una sorta di miscela alchemica in cui si
combinano tante ricorrenze insieme", dai 100 della radio ai 70
della tv, passando dai 40 di televideo, "il primo tentativo di
costruire un servizio all-news", i 30 dell'Orchestra sinfonica,
i 150 anni dalla nascita di Marconi, "pioniere della
comunicazione globale", e i 100 da quella di Mike Bongiorno.
Ed è stato anche presentato un francobollo dedicato alla
ricorrenza, con il ministro Urso che ha dichiarato che "la Rai è
ancora la prima industria culturale del'Italia", e che "più di
ogni altro Paese l'impresa in Italia è espressione della
cultura, identità, saper fare che si è realizzato nel corso dei
secoli".
Dunque, via alla musica: l'Orchestra Sinfonica Nazionale
della Rai - diretta dal maestro Steven Mercurio - si è esibita
in un concerto dedicato alle sigle storiche dei programmi più
memorabili della nostra storia collettiva. Dalla sigla
dell'inizio trasmissioni Rai tratta dal Guglielmo Tell di
Rossini fino a quelle di Carosello, 90/o minuto, Canzonissima
passando anche per Sandokan, Pinocchio e Cacao Meravigliao.
In chiusura, la proiezione in anteprima del docufilm di Pupi
Avanti 'Nato il 6 ottobre'. Il maestro ha celebrato il
centenario della radio immaginando che quel giorno, alla stessa
ora della prima trasmissione, sia nato un bambino in uno dei
quartieri popolari di Roma. Voce narrante della storia, il
piccolo Giacomo è ammaliato dalle voci che escono dalla radio,
con cui cresce e per amor delle quali scrive persino una
lettera. Anche attraverso immagini e documenti sonori originali,
si tratta di un viaggio che inizia nel secolo scorso per
raggiungere quello in cui viviamo.
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