"Resto a Kiev. Voglio essere tra
persone consapevoli della loro appartenenza etnica, culturale e
politica. Voglio essere tra queste persone per acquisire
esperienze importanti che mi aiuteranno a creare storie vere su
di loro". E' la scelta del regista ucraino Valentyn Vasjanovyč,
di cui domani esce nelle sale, distribuito da Wanted Cinema, il
film "Reflection", presentato in concorso alla 78/a Mostra di
Venezia 2021.
Ambientato durante la guerra del Donbass del 2014,
"Reflection" è un film di crudo realismo che evoca lo scontro
diplomatico-militare tra Russia ed Ucraina, iniziato nel
febbraio del 2014, per il controllo della Crimea e del Donbass.
In Reflection, il chirurgo ucraino Serhiy (Roman Lutskiy) viene
catturato dalle forze militari russe. Mentre è prigioniero
assiste a spaventose scene di umiliazione, violenza e
indifferenza verso la vita umana. Dopo il rilascio, tenta con
fatica di tornare alla quotidianità ,dedicandosi a ricostruire i
rapporti con la figlia e l'ex moglie.
L'orrore e la violenza disumana della guerra sono presenti
anche nel precedente film di Vasjanovyč, Atlantis (Atlantyda,
2019), che per la prima volta arriverà nelle sale italiane l'11,
il 12 e il 13 aprile. Ambientato in un futuro molto prossimo in
Ucraina orientale, diventata dopo la guerra un deserto inadatto
alla presenza umana, in "Atlantis" il protagonista è Sergeij, ex
soldato che soffre di stress post-traumatico, che tenta di
adattarsi alla nuova realtà specializzandosi nel recuperare
cadaveri di guerra. Atlantis ha vinto il Premio come miglior
film della sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia 2019 ed è
stato il candidato ucraino ai premi Oscar 2021 come miglior film
internazionale.
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