(di Chiara Acampora)
La Consulta apre le porte alle
adozioni di minori all'estero da parte dei single. La svolta
arriva con una sentenza con cui la Corte dichiara
"costituzionalmente illegittimo" l'articolo 29-bis, comma 1,
della legge 184 del 1983, nella parte in cui non include le
persone singole fra quelle che possono adottare un minorenne
straniero residente all'estero.
Per i giudici costituzionali questa esclusione è in contrasto
con gli articoli 2 e 117 (primo comma) della Costituzione,
quest'ultimo in relazione all'articolo 8 della Convenzione
europea dei diritti dell'uomo. La Corte, chiamata a pronunciarsi
sul caso di una aspirante mamma di Firenze, ha dunque rilevato
che i single sono "in astratto idonei ad assicurare al minore in
stato di abbandono un ambiente stabile e armonioso", fermo
restando che spetta poi al giudice accertare in concreto
l'idoneità affettiva del genitore e la sua capacità di educare,
istruire e mantenerlo. La Consulta ha anche osservato che,
nell'attuale contesto giuridico-sociale caratterizzato da una
significativa riduzione delle domande di adozione, il divieto
assoluto imposto alle persone singole rischia di "riflettersi
negativamente sulla stessa effettività del diritto del minore a
essere accolto in un ambiente familiare stabile e armonioso".
D'ora in poi, dunque, anche i single potranno richiedere
l'adozione di bimbi stranieri dall'Italia, così come avviene già
per le coppie sposate.
"È un passo avanti di civiltà in assoluto", commenta
l'avvocato Romano Vaccarella, legale della professionista
fiorentina che ha sollecitato il Tribunale per i minori di
Firenze, per la seconda volta nel luglio 2024, a sollevare la
questione di costituzionalità dopo una precedente bocciatura
della Consulta perché ritenuta inammissibile. L'avvocato auspica
ora "qualche ulteriore passo avanti per quanto concerne
l'adozione dei single".
E la pronuncia di oggi ha sollevato diverse reazioni. Per la
Lega, "dev'essere l'occasione per rivedere la normativa delle
adozioni e aggiornarla alle necessità odierne. L'obiettivo -
viene sottolineato - è renderle più veloci e meno costose,
coinvolgendo nelle adozioni internazionali anche coppie
eterosessuali stabilmente conviventi". Mentre Alessandro Zan,
responsabile diritti nella segreteria nazionale del Pd, parla di
una "svolta storica" perché - dice - "mette al primo posto i
diritti dei minori e la libertà di autodeterminazione di ogni
individuo. Ora il Parlamento intervenga, adegui la normativa e
cancelli ogni ostacolo ideologico". Sulla stessa linea il
segretario di Più Europa Riccardo Magi, è, spiega, una "giornata
storica"; ora è "urgente arrivare a una modifica della legge,
affinché siano possibili per i single anche adozioni nazionali".
Soddisfatta anche Mara Carfagna, deputata di Noi Moderati-Centro
Popolare: adesso, afferma, "spetta al Parlamento raccogliere
questo segnale forte e approvare, cercando la più ampia
convergenza possibile, una legge moderna sulle adozioni, capace
di rispecchiare i profondi cambiamenti della società".
Di diverso avviso il portavoce di Pro Vita & Famiglia, Jacopo
Coghe: la sentenza, osserva, "rischia seriamente di alimentare
l'idea di un 'diritto al figlio' per tutti, una aberrazione
giuridica da scongiurare in ogni modo. La famiglia formata da un
padre e una madre resta, sempre e comunque, il miglior contesto
possibile per l'accoglienza di un bimbo che si trova in stato
adottivo per aver perso il papà e la mamma e che, dunque, ha il
diritto di ritrovare un papà e una mamma". Per Marco Griffini
presidente di Ai.Bi-Amici dei Bambini Ets, "non è una svolta
storica. Perché questi single rischiano di allungare le lista
d'attesa aggiungendosi alle coppie. Nel 2024 ci sono state 540
adozioni internazionali e 1.880 coppie in lista di attesa. Non
si risolve così il rilancio dell'adozione internazionale. I
problemi sono altri, ad esempio il problema dei costi che
partono da 20mila euro".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA