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Centrodestra lascia Commissione durante esame aumento aliquote

Centrodestra lascia Commissione durante esame aumento aliquote

Protesta anche per rigetto richiesta che seduta fosse pubblica

PERUGIA, 24 marzo 2025, 18:05

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I consiglieri regionali di centrodestra hanno lasciato i lavori della Commissione chiamata a esaminare la delibera della Giunta che aumenta le aliquote fiscali. Lo hanno fatto dopo che è stata respinta dalla maggioranza la richiesta che la seduta "fosse resa pubblica cosicché i cittadini potessero assistere alla discussione di una manovra finanziaria che non ha precedenti negli ultimi venticinque anni e che comprometterà il futuro di famiglie e imprese umbre". Lo hanno annunciato in una nota i consiglieri Paola Agabiti Urbani ed Eleonora Pace (Fratelli d'Italia), Nilo Arcudi (Umbria Civica Tesei Presidente), Matteo Giambartolomei (Fratelli d'Italia), Enrico Melasecche Germini e Donatella Tesei (Lega Umbria), Laura Pernazza e Andrea Romizi (Forza Italia).
    "Dopo aver ascoltato l'intervento del segretario del Pd Tommaso Bori, che si è limitato a un sermone meramente politico che nulla ha a che vedere con il ruolo istituzionale che ricopre - sostengono i consiglieri in una nota -, peraltro dando prova di non conoscere neppure il linguaggio tecnico adeguato dato che ha parlato di 'ammanco' e non di 'deficit', abbiamo chiesto che l'assessore si attenesse al tema della Commissione e illustrasse la delibera di Giunta che sancisce l'aumento delle tasse ai danni degli umbri. Una richiesta che il vice presidente Bori non è stato in grado di adempiere, tanto che in suo supporto è dovuto intervenire il direttore regionale. Basterebbe già questo per comprendere la totale incompetenza amministrativa di questa Giunta, ma quando si tratta di campo extra-large, non c'è limite al peggio. Abbiamo chiesto reiteratamente di poter mettere a disposizione del Consiglio regionale il report commissionato a una società privata e pagato con i soldi dei cittadini, che, stando a quanto dichiarato a mezzo stampa nei giorni scorsi da esponenti del Governo regionale, sarebbe stato propedeutico all'atto di Giunta. Era imprescindibile, in nome della trasparenza che tanto sbandierano a sinistra, che la Giunta fornisse, prima ancora di avviare il dibattito, i dati dettagliati raccolti dal soggetto terzo che avrebbe dovuto verificare i conti del bilancio sanitario regionale. Davanti alla domanda diretta rivolta all'Assessore se intendesse fornirci il report, non ha neppure saputo rispondere 'sì' o 'no', rimanendo in un imbarazzante silenzio che ha lasciato quasi intendere che non esista alcun report. Avremmo anche voluto sapere dall'Assessore quale sia l'azienda privata che ha eseguito il controllo e con quale atto sia stato conferito l'incarico, dato che, nonostante la nostra richiesta di accesso agli atti inoltrata la scorsa settimana, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ma anche in merito a questo, il silenzio più totale. La maggioranza ha continuato a giustificare di dover mettere le mani nelle tasche degli umbri parlando di un fantomatico commissariamento della sanità, pertanto abbiamo chiesto di fornire l’atto ministeriale che dimostra certe assurde illazioni. Ovviamente anche in questo caso dalla Giunta non è arrivato altro che silenzio. Quella che la Giunta intende mettere in atto è una manovra finanziaria che stravolgerà la vita degli umbri andando a gravare su equilibri già precari di famiglie e imprese, e gli amministratori regionali la stanno gestendo con una superficialità vergognosa, senza neppure coinvolgere preventivamente tutti i soggetti portatori di interesse. Abbiamo allora chiesto di verbalizzare la nostra richiesta di indire un ciclo di audizioni in commissione così da poter ascoltare sindacati e parti sociali. Davanti al dilettantismo arrogante di questa maggioranza che ci ha impedito di visionare i documenti che avrebbero consentito di avviare un dibattito serio, abbiamo deciso di lasciare la Commissione - concludono i consiglieri -, perché il futuro degli umbri merita rispetto e non è ammissibile affrontare un tema tanto complesso e delicato con tanta approssimazione”.".
   

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